“Edwige Fenech ha emancipato le donne al cinema, Antonioni ne ha raccontato le complessità.” Intervista con Emmanuelle.

La DJ e produttrice brasiliana racconta il suo rapporto con il cinema e le colonne sonore che hanno plasmato il suo immaginario sonoro.

Nata a Rio, cresciuta a Miami e ora residente a Milano, Emmanuelle è una misteriosa produttrice e DJ internazionale. La sua musica esplora paesaggi sonori onirici e sensuali, contaminati dalla Italo disco e da atmosfere cinematiche. Ne è testimone l’EP Disco Incantato (2021) e, soprattutto, “Italove”, brano instant classic con cui nel 2016 è diventata protagonista della nuova scena Italo.

Nel corso della sua decennale carriera, Emmanuelle, ha condiviso i palchi europei com Soulwax e Roisin Murphy, si è esibita nell’ambito della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ed anche sonorizzando diverse sfilate per maison come Versace, Fendi e Jacquemus. Le sue musiche sono state inoltre incluse in molteplici pellicole, come il pluripremiato Dogman di Matteo Garrone, presentato al Festival del Cinema di Cannes.

Per CAM Sugar ha remixato “Taxi Girl (Ritmico Disco)” dei Pulsar Music Ltd., brano originariamente incluso nell’omonima pellicola del 1977 con Edwige Fenech ed parte di Eli Roth’s Red Light Disco. Il suo remix estende il brano originale, trasformandolo in una jam erotica dove le percussioni funk si amalgamano alla voce di Emmanuelle, che accende reminiscenze dei vocals languidi e sognanti con cui Lizzie Mercier Descloux accompagnava il ritmo nervoso dei suoi brani no wave. La abbiamo intervistata per approfondire il suo rapporto con la settima arte e le sonorità che hanno definito il suo immaginario. 


CSJ: Sei nata a Rio, sei cresciuta a Miami e poi ti sei trasferita a Milano. In che modo la tua vita personale e il tuo background multiculturale hanno plasmato la tua identità artistica?

E: Credo che crescere in Brasile ti metta ovviamente in un contesto dove la musica è ovunque. La gente ascolta musica, fa musica con pochissimo. Ovviamente la bossa nova è uno dei pilastri della musica jazz, e poi c’è quella che chiamano MPB, cioè la musica popular brasileira. La musica brasiliana mi ha influenzata molto, anche solo facendomi venire voglia di suonare strumenti.

CSJ: E invece Miami? Che eredità ti ha lasciato?

E: Quando sono cresciuta a Miami ascoltavo molta musica electro, Miami bass e electro. Allo stesso tempo ho capito quanto il funk Brasileiro fosse ispirato a questo movimento nato a Miami, che veniva spesso campionato. Quindi, quando mi sono trasferita a Miami, mi sono resa conto di quanto la musica che ascoltavo alla radio in Brasile provenisse da altre fonti. Questo mi ha sicuramente influenzato per quanto riguarda la musica elettronica.

CSJ: Poi ti sei trasferita in Italia, il che mi fa pensare agli scambi che il paese ha avuto con i musicisti brasiliani in esilio negli anni ’60.

E: Negli anni ’60, quando la maggior parte dei musicisti veniva esiliata dal Brasile a causa della dittatura, alcuni di loro sono venuti in Italia, come Toquinho e Vinicius de Moraes. Hanno trascorso del tempo qui, hanno lavorato e scritto molta musica per musicisti italiani. In questo processo è racchiuso tutta la musica bossa nova che sono cresciuta ascoltando. E ovviamente, quando mi sono trasferita in Italia, ho iniziato a scoprire Ornella Vanoni e molti altri musicisti degli anni ’60 e ’70. Questo mi ha sicuramente influenzata.

CSJ: La tua musica ha anche un forte legame con la scena Italo che è seguita, però…

E: Sì, i suoni elettronici degli anni ’70 e ’80 sono quelli che mi hanno davvero interessata. Per me hanno una sensazione internazionale che non credo i musicisti italiani abbiano più visto dopo quel periodo. Alcuni di loro cantavano anche in inglese e si sentiva l’accento, che per me è davvero affascinante. In un certo senso volevo replicare quella cosa, anche se, ovviamente, non puoi copiare i grandi.

“Taxi Driver al femminile”, Edwige Fenech e Taxi Girl sul Giornale di Sicilia, Febbraio 1977. Archivio CAM Sugar, tutti i diritti riservati.

CSJ: Parlando di cinema, che rapporto hai con la settima arte?

E: Guardo molti film, adoro il cinema. A dire il vero ne sono ossessionata. Dal momento che trascorro molto tempo su aerei e treni, quando viaggio cerco di scaricare e guardare il più possibile. Sono una grande fan di Antonioni. Per me, lui ha saputo mettere le donne al centro dei suoi film, in modo sensuale, parlando delle complessità dell’essere donna, soprattutto in quel periodo. Mi piace la vulnerabilità delle emozioni rappresentate. Le sue donne sono tutte molto complesse. E mi piace perché sento che anche noi lo siamo.

CSJ: Da un punto di vista musicale, pensi che le colonne sonore di quell’epoca possano ancora giocare un ruolo a decenni dalla loro composizione?

E: Decisamente. Voglio dire, la musica è musica, giusto? Ci sarà sempre qualcuno che si ispira a qualcosa creato in un determinato periodo. Personalmente, adoro Giovanni Fusco, che ha realizzato tutte le colonne sonore di Antonioni. E adoro Ennio Morricone. Penso che ci siano molte persone che sono ancora ispirate dalla musica in quei film. E questo è ciò che amo di Antonioni, la musica non è mai invadente, completa semplicemente le immagini: penso che sia fantastico. Questo è il modo in cui si fa la colonna sonora di un grande film, sai, aggiunge senza rubare la scena al personaggio centrale.

CSJ: Per Cam Sugars hai remixato “Taxi Girl (Ritmico Disco)” di Pulsar Music Ltd., il progetto di Silvano Chimenti ed Enrico Pieranunzi, due storici collaboratori di Ennio Morricone. Come hai approcciato questo lavoro?

E: Penso che, in particolare, ciò che mi ha colpito di questa composizione sia stata la linea di basso e quanto fosse attuale. Voglio dire, nonostante la traccia fosse breve, puoi comunque farti un’idea di una canzone in meno di un minuto. Mi sembrava qualcosa che avrei potuto ascoltare in loop. Quando ho ascoltato la canzone per la prima volta, ho letto il titolo e mi è sembrato subito qualcosa che potesse appartenere a un film erotico. E questo ha fatto scattare la mia immaginazione. Mi sono chiesta: qual è la storia dietro? Cos’altro c’è? E così via. Mi è piaciuto non essere vincolata dal fatto di aver visto prima il film e poi aver creato la canzone intorno a quello. Ho fatto il processo contrario. Penso di aver creato prima la storia nella mia testa e di avere fatto la canzone mia, ricostruendola con la mia immaginazione.

CSJ: E cosa pensi del film?

E: Dopo aver remixato la traccia, ho guardato il film ed è simpatico. Voglio dire, è erotico, ma non eccessivamente. C’erano un po’ di tette qua e là, ma, sai, sono brasiliana, quindi suppongo che per noi sia un po’ meno scioccante vedere il seno.

CSJ: C’è molto dibattito sulla rappresentazione dei personaggi femminili nel cinema di genere italiano. Avendo visto Taxi Girl, qual è la tua opinione al riguardo?

E: Edwige Fenech è stupenda, penso che sia una donna davvero sensuale. In realtà, nel film è lei quella che fa le scarpe agli uomini. Non le importa che ogni uomo impazzisca per lei e crei caos pur di stare con lei. Tutto ciò che le interessa è stare in strada, nel suo taxi, che è un lavoro molto maschile. È la padrona del suo destino, non ha paura di mettersi nei guai e di uscirne, usando la sua sessualità per ottenere quello che vuole. L’essere empowered dalla propria sessualità non deve essere visto come una cosa problematica. Ovviamente, [nel film] c’è molta misoginia intrinseca in alcune cose che gli uomini dicono o si aspettano da questa donna. Ma per l’epoca, credo che fosse avanti, Edwige era emancipante.

Immagine di apertura: Emmanuelle è la DJ and produttrice che ha remixato “Taxi Girl (Ritmico Disco)” dei Pulsar Music Ltd.

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