“Morricone mi ha insegnato l’amore, Tinto Brass il desiderio”. La disco, il cinema e la passione secondo System Olympia.

La cantante, produttrice e DJ internazionale racconta il suo amore per il cinema proibito italiano, e come abbia plasmato la sua vita e visione artistica.

System Olympia, nell’ultimo decennio, si è imposta alle attenzioni del pubblico internazionale, e della sua Londra, grazie ad una personale rivisitazione dell’Italo e synth disco, che si sposa con una poetica che insegue sfacciatamente il desiderio. Le sue origini affondano però nel sud Italia, a Reggio Calabria, dove Francesca Macri – questo il suo nome – è cresciuta tra gli anni ‘80 e ‘90 in una famiglia tutt’altro che di nerd musicali. L’unica cassetta che si poteva trovare in casa sua durante l’infanzia era Il Meglio di Lucio Battisti Vol.2, secondo capitolo della raccolta di successi del cantautore laziale. Verrebbe infatti da domandarsi come le melodie ricercate e delicate di Battisti possano avere influenzato le visioni eteree e lussuriose che definiscono la prolifica produzione di System Olympia. Senza dubbio, le canzoni scritte da Mogol per Battisti parlano d’amore, ma di un amore tenero, quasi pudico e adolescenziale.

L’epifania di Francesca è infatti arrivata sotto forma di Tinto Brass, il leggendario regista che dal cinema d’avanguardia ha lasciato una firma con un altro tipo di autorialità, quella dell’erotismo, di cui Brass è tuttora considerato un maestro indiscusso. Un uomo che ha elevato il voyeurismo e la lussuria sul grande schermo a forma d’arte.

Un incontro casuale e precoce con uno dei suoi film ha finito per influenzare la poetica di Francesca, che dal 2017 – sotto il nome d’arte di System Olympia – sta plasmando il suo universo attraverso quattro album, una label, Okay Nature, di cui è fondatrice, e uno show su NTS Radio. Il programma, che porta il suo stesso nome, è da subito diventato cult, grazie all’incontro tra gemme retro italiane e produzioni contemporanee, su un tappeto vocale che più che una conduzione è un invito al peccato.

A partire da Delta of Venus, il suo album di debutto del 2020, System Olympia ha guadagnato rapidamente l’attenzione del pubblico internazionale, anche grazie ad un immaginario ben delineato, che gioca con l’immaginazione e il desiderio. Il titolo del disco è infatti un omaggio alla raccolta di racconti erotici scritti negli anni ’40 da Änais Nin per un collezionista privato, ma pubblicati postumi nel 1977. Un manifesto concettuale che si accompagna a un suono onirico, fatto di synth eterei, percussioni lussuriose e disco saffica, che trova il suo punto di arrivo in New Erotica Collection, il suo più recente album. In copertina, il ritratto di un corpo femminile, disteso su un drappo di seta rossa, intento a provocarsi piacere. Le mani sono affusolate, le unghie affilate e anch’esse rosse: un’immagine di lussuria, come l’anello che porta al dito. 

I suoi lavori sono sempre in equilibrio tra l’estetica dell’erotismo degli anni ’70 e ’80 e la trasgressione giocosa che accompagna l’immagine pubblica (e privata) di Olympia, dove la libertà regna su ogni forma di perbenismo. Quello che combatte anche sui suoi social, nonostante i continui shadowban al suo account.

Eppure, la lussuria è sempre dolce con System Olympia, proprio come le voci sussurrate e cadenzate con cui accarezza le sue composizioni. Una lezione imparata niente meno che dalle colonne sonore di Ennio Morricone.System Olympia è l’artista che ha remixato “What Can I Do” di Stelvio Cipriani, inclusa in Red Light Disco, l’ultima uscita di CAM Sugar a cura di Eli Roth. In vista dell’uscita del brano, venerdì, abbiamo parlato con lei per approfondire il suo rapporto con il cinema erotico italiano e la sua musica.

CAM Sugar Journal: Il tuo immaginario flirta con l’erotismo, mettendo in dialogo la sua dimensione iconografica più retrò a una sensibilità contemporanea, anche sul piano musicale. Cosa rappresenta per te questo immaginario e cosa racconta del progetto System Olympia?

System Olympia: ll mio immaginario rappresenta il mondo in cui voglio vivere, a volte davanti e a volte dietro ai miei occhi. È fatto da tutto quello che vedo e voglio vedere, filtrato attraverso le mie emozioni. Come una spugna marina sul fondo dell’oceano che filtra l’acqua di mare che le passa attraverso e la risputa fuori col suo sapore dentro. 

CSJ: L’universo cinematografico ha influenzato in qualche modo questa visione?

SO: I film di Tinto Brass, che ho guardato forse un po’ troppo presto, per primi mi hanno mostrato il desiderio – nudo. Che non si vergogna di essere un po’ sbagliato. Le colonne sonore romantiche di Morricone mi hanno insegnato cos’è l’amore. Se non suona come una melodia così stupenda, non mi interessa.

CSJ: La commedia sexy all’italiana e il cinema sexploitation possono però presentare, guardati oggi, delle criticità. Come ti relazioni ad essi e quali sono gli elementi che invece possono avere una valenza ancora attuale?

SO: La valenza attuale è la rappresentazione del desiderio, che è una cosa che in sé trascende il tempo. Possiamo cambiarne il tono, il contesto, le dinamiche, ma è una costante inarrestabile dell’universo. È la forza misteriosa che fa muovere tutte le cose dall’inizio del tempo.

CSJ: A proposito di cinema erotico. Tu hai remixato per CAM Sugar “What Can I Do” di Stelvio Cipriani. Come hai approcciato il remix?

SO: Avendo purtroppo a disposizione solo il master file e non le tracce separate, non ho potuto fare tutto quello che avrei voluto per remixare il brano. Ho usato l’intelligenza artificiale per separare le voci. Il risultato è più un edit su cui ho suonato sopra piuttosto che un remix vero e proprio.

What Can I Do (System Olympia Remix)” è disponibile su tutte le piattaforme a partire da venerdì 28 marzo.

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