Quando in spiaggia il juke-box suonava la samba

Negli anni de La Dolce Vita, il cinema italiano ed i ritmi tropicali stringono un rapporto privilegiato che, a distanza di anni, continua a rappresentare la colonna sonora dell’estate italiana. Una nuova raccolta racconta questa storia inedita

Percussioni afro-cubane stanno infuocando la stanza, sudatissima, di un locale romano, scandite sul beat frenetico e improvvisato di ensemble jazz che incornicia una scena felliniana. Un gruppo di signori distinti in completi scuri e teste impomatate fresche di barbiere ha steso i blazer a comporre un tappeto, sovvertendo il tradizionale uso del capo. Una donna ci sta ballando sopra convulsamente, come posseduta, con grazia ed enigma medio-orientale. Seduti sul pavimento, gli uomini la osservano rapiti, mascherando il loro voyeurismo con pudica galanteria. Intorno a loro le mogli, altrettanto affascinate da quella scena. La ballerina, intanto, si spoglia fino alla biancheria, facendo roteare ogni pezzo con malizia incurante. All’anagrafe risponde al nome di Kiash Nanà, meglio nota come Aïche Nanà, spogliarellista nata in Libano e che aveva trovato una carriera a Roma. È il 5 novembre 1958, e il teatro di questa scena dai tratti surreali è il ristorante Rugantino.

L’avvenimento, si dice, è il seme che, una volta germogliato nella fervida immaginazione di Federico Fellini, ha dato il là a La Dolce Vita.

Oltre al costume, la storia del Rugantino racconta di un cambio negli ascolti degli italiani. Di un nuovo suono che dai caffè e night di Via Veneto va via via espandendosi alle località balneari dell’Italia del miracolo economico, da Sanremo con il suo Jazz Festival alla riviera romagnola della speculazione edilizia, passando per la costa amalfitana e le spiagge della Versilia con i suoi La Bussola e La Capannina.

Come travolto dalla frenesia dell’estate, il più austero e maturo jazz incontra sfumature esotiche e generi quali samba, bossa nova, calypso, mambo e cha cha cha. La Dolce Vita scopre, così, una sua nuova faccia musicale, un manifesto sonoro estivo che per tutti gli anni ‘60 fa ballare e sognare gli italiani. 

L’Italia del Boom, rinvigorita nelle sue economie e nei consumi, si scopre esuberante, maliziosa e desiderosa di frivolezze, che il cinema del tempo non manca di fotografare nei suoi vizi e virtù. Oltre le location, è soprattutto il commento musicale a cogliere questa nuova cultura. I ritmi tropicali contagiano così l’universo delle colonne sonore, diventando cardine delle produzioni di tutti quei maestri italiani che tanto hanno reso celebre il nostro cinema nel mondo. 

Nel 1952, anni prima dell’episodio del Rugantino, un’allora giovanissimo Armando Trovajoli, chiamato a contribuire alla colonna sonora di Nino Rota per il film Anna di Alberto Lattuada, scrive “El Negro Zumbon”. La composizione è un baião, genere della tradizione brasiliana, che per sempre rivoluziona il modo di concepire la musica da ballo applicata al cinema. 

A distanza di oltre sessant’anni, la raccolta TROPICALE – When La Dolce Vita discovered Exotica, Calypso, Mambo, Samba and other tropical rhythms (1959-1969) a cura di CAM Sugar, per la prima volta riscopre questa affinità elettiva tra cinema italiano e ritmi tropicali. Attraverso 26 tracce a firma di compositori tra cui Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Luis Bacalov e molti altri ancora, l’album offre un inedito compendio sonoro che pur affondando la sua identità e radici nella stagione d’oro del cinema italiano suona oggi sorprendentemente attuale, nelle influenze che questi generi continuano ad esercitare sulle produzioni contemporanee e suoi tormentoni estivi.

Tra cha cha cha, Latin jazz, mambo, bossa e samba, TROPICALE sembra poterci tanto cullare sotto l’ombrellone, quanto trascinarci in pista. A ricordarci che c’è stato un periodo quando bastava far scivolare un gettone nel juke-box per sognare di trasportare le spiagge Caraibiche e Brasiliane sulla riviera italiana. Atmosfere inseguite anche nell’artwork a cura di Riaccardo Corda – già al lavoro con Nu Genea e Mauskovic Dance Band, tra gli altri – che rilegge l’escapismo e lo charme del Mediterraneo mid-century. 

Nell’album si trovano calypso per commedie e mambo per spy movie all’italiana, cha cha cha per cinema d’autore e danze voodoo per thriller erotici. Scopriamo Pier Paolo Pasolini e Michelangelo Antonioni sedotti dai ritmi tropicali, così come tutta una produzione minore di chicche del cinema italiano che CAM Sugar sta contribuendo a riportare alla luce con un certosino lavoro di archivio e rimasterizzazione a partire dai nastri originali. 

TROPICALE – When La Dolce Vita discovered Exotica, Calypso, Mambo, Samba and other tropical rhythms (1959-1969) è in uscita su tutte le piattaforme di streaming a partire dal 21 giugno, e ordinabile in doppio vinile gatefold, CD Digipak dal 5 luglio su camsugarmusic.com.

Immagine di apertura: TROPICALE – When La Dolce Vita discovered Exotica, Calypso, Mambo, Samba and other tropical rhythms (1959-1969), artwork Riccardo Corda.

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