Metti una bossa a cena
La versione vocale di Florinda Bolkan del capolavoro di Ennio Morricone è un invito a condividere la tavola e, forse, anche di più. Alla scoperta di un manifesto sonoro del cinema d’avanguardia italiano.
Esiste qualcosa di più identificativo di quel glamour italiano, borghese e decadente di fine Sessanta di una tavola di design – modernista, di acciai e superfici fumè – imbandita, attorno alla quale si pasteggia, piatto dopo piatto, a champagne, gelatine e dissolutezza?
Molto probabilmente no. Ed è proprio questo l’ingrediente che rende Metti una sera a cena, film del 1969 di Giuseppe Patroni Griffi, un gioiello del cinema italiano che continua a sedurre, visione dopo visione.
Il tavolo è il fulcro della storia diretta da Giuseppe Patroni Griffi, un pezzo di design radical (chic) italiano attorno al quale ruotano traiettorie di lussuria, amore e devianza psicologica.
Non è mai stato un blockbuster, né una vera e propria stravaganza underground. Bensì un dramma borghese, dalle inevitabili sfumature erotiche e, di conseguenza, anche politiche.
A suggellare questa tensione sono le musiche di Ennio Morricone, ma anche la mano nascosta di un giovane Dario Argento, futuro demiurgo del Giallo, nel ruolo di sceneggiatore. Mentre la colonna sonora raggiunge il suo crescendo, il tedio borghese dei personaggi in gioco esplode a porte chiuse in qualcosa di proibito, secondo la morale pubblica: un rapporto a tre, in cui anche l’omoerotismo si rivela in modo sfuggente solo attraverso i sottili ma appassionati movimenti delle mani.
Non è un caso che la produttrice del film fosse la visionaria Marina Cicogna, scopritrice (e amante) di uno dei volti principali del film: Florinda Bolkan. L’attrice e modella brasiliana diventata punto di riferimento del cinema italiano, sia d’avanguardia che softcore, a cavallo tra Sessanta e Settanta, ma anche cantante.
La Bolkan è presente in tutto il materiale promozionale del film, compresi il poster e l’artwork della colonna sonora del Maestro. Adagiata nel suo abito dell’atelier Mayer (nel film compaiono anche pellicce Fendi), sensualmente tenuto insieme su un fianco solo da una serie di cerchi dorati, diventa l’incarnazione della raffinatezza compositiva di Morricone, ma anche dell’erotico languore del suo tema principale. Una bossa nova che sembrava catturare la ricchezza e il fascino della borghesia italiana in tutta la sua esuberanza a cavallo del decennio, in quel periodo liminale tra la giocosità sessuale della Swinging London e la radicalizzazione della vita sociale degli imminenti Anni di Piombo.
Emancipazione, cibo e design: forse sono queste le chiavi che fanno di Metti una sera a cena un film che continua ad affascinarci, che rimane un punto di riferimento del gusto italiano in materia di stile e un manifesto dei suoi intellettuali, come Patroni Griffi. Suo è il testo della versione vocale del tema di Morricone, di cui esistono due rare versioni che rispondono ai nomi di Milva e Florinda Bolkan.
Si potrebbero trascorrere ore – intorno a un tavolo da pranzo, ça va sans dire – a discutere su quale sia la versione migliore della canzone. Ciò che non può essere messo in discussione, però, è l’enigmatica voluttà del brano, capace di tratteggiare con così raffinata precisione quella stagione della cultura italiana.
Tra tutte, la versione per la voce di Florinda Bolkan, la più elusiva sia nella scarsa reperibilità del supporto fisico che nell’interpretazione, è quella che più è stata preservata dal tempo, arrivando a noi come una gemma ancora preziosa e incontaminata, come solo i rari reperti d’archivio sanno essere.
Il brano, originariamente pubblicato come 45 giri dalla DET, sussidiaria dell’universo CAM Sugar, è oggi stata riportata alla luce dai nastri originali d’archivio, impreziosendo il Morricone Segreto Songbook, raccolta che permette di scoprire uno dei lati più segreti del repertorio vocale del Maestro.
“Metti una sera a cena” di Ennio Morricone con le voci di Florinda Bolkan e I Cantori moderni di Alessandro Alessandroni è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali, e nella raccolta Morricone Segreto Songbook – Hidden Songs From Cinema (1962-1973) fuori in 2LP, CD e digitale.
Immagine di apertura: Florinda Bolkan in Metti una sera a cena, Giuseppe Patroni Griffi, 1969.